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![]() Immatricolata il 5 marzo del
1940 con la targa Roma 74508, rivenduta dal primo proprietario nel
1948, è stata venduta e riacquistata da 6 proprietari fino al 1974.
Radiata negli anni ’80 e acquistata da un demolitore e rivenduta ad un
commerciante di auto d’epoca;
quest’ultimo, nel 2000, la vende ad un collezionista della zona che la
utilizza per i pezzi di ricambio per il restauro di un’altra Lancia
Ardea 3a serie; nel 2002 Marco Bucci ed Ennio Arena acquistano ciò che
rimane della vettura. Nel novembre del 2008, all’interno del Museo
della Stazione di Colonna, inizia il difficile restauro della Ardea.
Con le ricerche storiche necessarie per avviare il restauro, si scopre
che la vettura è una delle 2992 “Ardea 1° serie” costruite tra il 1939
ed 1941; attualmente il registro storico della Lancia ha censito
solamente 15 esemplari conosciuti esistenti al mondo; di queste, 5 sono
targate Roma e la nostra Ardea ha la targa più antica.
Un così basso numero di vetture della 1a serie esistenti è spiegato dal
fatto che poche sopravvissero alla Seconda Guerra Mondiale, epoca in
cui venivano requisiti anche i veicoli civili per necessità belliche.
Infatti da testimonianze dei vecchi proprietari, la nostra Ardea fu
ritrovata dopo la fine della guerra notevolmente danneggiata e ciò
giustificherebbe il motivo per cui la parte posteriore della vettura
oggi appare più simile ad una Ardea 3a serie. Probabilmente, per
le riparazioni della carrozzeria furono utilizzate parti delle serie
più moderne, come il comodo portellone del portabagagli,
assente sulle vetture della prima serie.
L’Ardea venne presentata
nell’autunno del 1939 in un contesto politico economico e sociale molto
difficile: già nell’ottobre del 1935 la Società delle Nazioni aveva
deciso di applicare all’Italia delle sanzioni economiche dal momento
che venne considerata colpevole di aver invaso la Nazione Africana. Ciò
si tradusse nella riduzione della disponibilità di fonti energetiche
con la conseguente vertiginosa salita del prezzo della benzina. La
situazione a livello sociale era ancor più drammatica, una buona parte
della popolazione era analfabeta, l’alimentazione, il principale indice
di benessere era ai livelli minimi con circa 20 kg pro capite/anno
di carne contro i 70 di oggi. In questo contesto, non si può certo
immaginare il concetto di motorizzazione di massa e quello di vettura
popolare ossia di utilitaria non poteva essere che poco più di un
embrione. Con una guerra appena iniziata, la benzina era scarsa e molto
cara, razionamento dei generi alimentari chi mai poteva pensare alle
automobili sopratutto se di lusso! Tuttavia, il grande vantaggio di
essere la copia in scala ridotta dell’Aprilia le permise di venire alla
luce in soli due anni. Fu l’ultima idea di Vincenzo Lancia, morto il 15
febbraio del 1937. Egli infatti l’aveva infatti definita: "la vettura
più popolare fra quelle che ho costruito". |
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